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Asar compie 50 anni

Asar compie 50 anni. Giovedì 29 aprile, alle 17.30, Domenico Fava, Gian Pietro Brogiolo e Mauro Grazioli presenteranno, in modalità online, il volume celebrativo dei 50 anni dell’associazione.
 
Non è facile raccontare 50 anni di storia di un’associazione. Innanzi tutto perché tra coloro che nel 1970 la formarono soltanto qualcuno ricorda i primi passi in Val Tenesi, la partecipazione e l’entusiasmo di tanti appassionati, le iniziative, il loro sviluppo e poi anche le difficoltà che via via sono sorte. Ci sono i documenti, le relazioni, gli studi, i verbali che testimoniano come i soci e, in particolare, i componenti dei vari Consigli direttivi che si sono succeduti, con interessi e sensibilità differenti, abbiano indirizzato le attività in molti ambiti, secondo tempi, competenze, collaborazioni e anche disponibilità economiche che molte Amministrazioni pubbliche territoriali hanno sostenuto. 
 
Lo Statuto del 1972 vide nascere l’Associazione Storico-Archeologica della Val Tenesi (Asav), con sede a Manerba del Garda: si interessava per un’area specifica, ben determinata, di archeologia, salvaguardia, studio e valorizzazione del patrimonio monumentale, ricognizione degli archivi, raccolta di testimonianze delle tradizioni popolari, tutela del patrimonio ambientale.
 
Nel 1975 si deliberò di variare la denominazione in Associazione Storico-Archeologica della Val Tenesi e Riviera (Asavr); l’atto notarile fu rogato nel 1979, quando fu modificata la ragione sociale in Associazione Storico-Archeologica della Riviera del Garda (Asar) e la sede fu spostata a Salò; tra gli scopi si indicavano «salvaguardia, studio e valorizzazione del patrimonio artistico, monumentale, archeologico e paesaggistico della zona» e «collaborazione con i Musei locali».
 
Trent’anni dopo, con lo Statuto del 2009, oggetto e scopo divennero più ampi: «esclusivamente finalità di utilità sociale in ambito culturale» e, poi, ancora, «la salvaguardia, lo  studio, la ricerca e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, archivistico, artistico, monumentale, naturalistico e paesaggistico della regione gardesana e del suo entroterra» con «la diffusione di una consapevole conoscenza dei valori espressi dal territorio gardesano e dalla sua cultura, materiale e immateriale, a beneficio dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni locali, anche attraverso la didattica formativa ed educativa e la pubblicazione di notiziari, opuscoli, libri e materiale divulgativo». Da allora Asar è stata iscritta nel Registro delle Associazioni di Promozione sociale della Provincia di Brescia e la sua attività si è allargata ad un’area molto ampia, sconfinando più di una volta in Valle Sabbia.
 
Gli stessi obbiettivi sono stati ripresi nello Statuto del 2020 ancora con la precisazione che l’Associazione «persegue, senza scopo di lucro, finalità di utilità sociale», il che consentirà, a breve, l’iscrizione nel Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts).
 
In cinquant’anni sono stati oltre 1400 i nostri associati, di varia professione e residenza. Un “movimento” che è andato oltre l’area gardesana e che ha consentito il raggiungimento di risultati positivi per la qualità delle attività svolte, dagli scavi archeologici agli studi, dall’attenzione per l’ambiente, l’arte, la storia, l’economia, la toponomastica, il dialetto alle collaborazioni e alle convenzioni con Università, istituzioni scolastiche, musei, archivi, Comuni, associazioni culturali.
 
Si è cercato di sintetizzarli in un libro, voluto dal Consiglio direttivo di Asar per “celebrare” il compleanno significativo dei nostri primi 50 anni.
 
Si voleva fare anche di più, ad esempio approfittare di questa occasione per una riflessione sul futuro delle associazioni culturali che, come Asar, oggi stanno vivendo un momento difficile. Speriamo che ci sia comunque a breve il tempo per impegnarci in tal senso, anche con il coinvolgimento di soci e simpatizzanti, per ringraziare i numerosi collaboratori che sempre hanno sostenuto ed apprezzato le nostre attività.
 
Per partecipare alla presentazione, scrivere a simone.don@phd.unipd.it