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Venezia

2.7 Politica di Venezia verso la provincia bresciana

La repubblica di Venezia, con privilegio del 9 aprile 1440, riconobbe la piena giurisdizione della città di Brescia sulla sua provincia, stabilendo tra l’altro che nessuna comunità, quadra o “universitas” del territorio potesse elaborare o mantenere in vigore statuti e ordinamenti non approvati dal consiglio della città con il consenso del podestà bresciano. La concessione del privilegio costituì un importante riconoscimento alla fedeltà della città che nel 1438 aveva sostenuto un duro assedio contro le truppe milanesi dei Visconti, ma indicava anche un cambiamento nell’atteggiamento politico della dominante: mentre nei primi anni del suo dominio Venezia aveva legittimato con concessioni situazioni di privilegio e autonomia in varie zone della provincia bresciana, dopo il 1440 considerazioni politiche e necessità di governo indussero la repubblica ad appoggiarsi ai ceti dirigenti cittadini e a riconoscere a essi il diritto di amministrare le province suddite.

D’altra parte, è in questo stesso contesto che si inserì la formazione, in parte spontanea e in parte favorita da Venezia, di un ente rappresentativo dei comuni del territorio bresciano. In occasione della revisione dell’estimo del 1430, furono nominati nelle commissioni d’estimo rappresentanti dei districtuales in numero uguale ai rappresentanti dei cives. Si può supporre che nei primi anni della dominazione veneta fosse giunto a compimento il processo di organizzazione dei distrettuali che doveva aver avuto inizio sotto le dominazioni precedenti. La documentazione disponibile non permette di precisare quali fossero le terre allora di competenza della magistratura del territorio, è possibile tuttavia affermare che esso si contrappose fin dall’inizio alla città nell’amministrazione fiscale ed economica su quella parte della provincia che non godeva di forme di separazione da esso.