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Antonio Salvoni

Nasce a Chiari il 26 novembre 1820, da Giovanni Antonio e da Stefania Castelli. Ordinato sacerdote, stimato per la vivace intelligenza e per la spiccata inclinazione agli studi, insegna nelle scuole pubbliche di Lecco, Monza e Crema. Particolarmente sensibile alle questioni politiche, nel marzo 1849 partecipa alle X Giornate di Brescia e viene successivamente inquisito dalla polizia austriaca per aver aizzato “il popolo ad abbattere l’aquila” imperiale. Costretto a ritirarsi a Chiari, per un breve periodo è custode del convento di san Bernardino. Nel 1851 il prevosto Marchi cerca di riabilitarlo agli occhi del vescovo Verzeri: “Io ritengo indubitato che l’esperienza, la religione e la necessità l’abbiano reso saggio abbastanza perché passi il proprio ministero senza voler più cinguettare di cose politiche”. Di contro il primo novembre dello stesso anno, il Salvoni mette in scena presso il Teatro della Rocca un’opera fortemente anticlericale dal titolo La famiglia dell’Operaio, ossia il buon curato di campagna. Ritornato a Brescia, dopo anni di silenzio consumati presso la chiesa di sant’Agata, viene nominato nel 1857 arciprete di Gavardo. Abile, focoso ed apprezzato oratore, nel 1859 riprende l’attività politica e scrive Appello al clero italiano, in cui sposa le tesi liberali, prima fra tutte la fine del potere temporale della Chiesa. Fondatore di Società Operaie, acerrimo garibaldino, nel 1860, per meriti politici, viene nominato preside del liceo di Brescia. Molto vicino a Zanardelli ed al liberalismo radicale, assume sempre più frequentemente forti posizioni anticlericali, al punto che di lui si occupa personalmente Pio IX, che consiglia la sua sospensione dalla predicazione e dalla somministrazione del sacramento della Confessione, e le sue opere, per lo più discorsi, lettere, appelli, orazioni funebri e commemorazioni, vengono ascritte all’Index librorum proibitorum. Ridotto allo stato laicale, Antonio Salvoni nel 1864 viene nominato provveditore agli studi di Milano, dove muore il 3 gennaio 1874.

Antonio Salvoni, Appello al clero italiano, Brescia, Tipografia Gilberti, 1859

Antonio Salvoni, Discorso sulle vittime della Rivoluzione di Brescia nel giorno del solenne trasporto delle loro ossa al cimitero pubblico, Brescia,  Tip. Apollonio, 1861

Elaborazione di Severino Bertini
19-06-2015